In questo articolo vedremo, in compagna di Lucia Isone, i 5 errori SEO che non devi commettere sul tuo e-Commerce.
Rinigrazio Lucia per la disponibilità e le do il benvenuto per questo primo articolo su Webipedia.
Errori SEO da non commettere sul tuo e-Commerce:
- La descrizione e le immagini delle schede prodotto
- Assenza di una link building interna
- Mancanza delle recensioni dei clienti
- Prestazioni scarse nel caricamento del sito
- Utilizzo delle keyword errate
Ciao a tutti. Mi chiamo Lucia Isone e sono una webmaster esperta in e-commerce e in posizionamento di siti internet sui motori di ricerca.
Da meno di un anno è uscito il mio ultimo libro intitolato “Strategie SEO per l’e-commerce” edito dalla Hoepli, una guida completa per ogni piattaforma.
Oggi ho il piacere di essere ospite di questo blog molto seguito, per parlarvi di strategie SEO per siti di e-commerce e di alcuni errori da non fare assolutamente.
In tanti anni di lavoro nel settore digitale, in particolare nei servizi professionali di consulenza per i siti di e-commerce, ho notato come spesso i progetti commerciali dei mie clienti non riescono a decollare a causa di alcuni errori di base. Errori che analizzeremo in questo articolo.
Ciò non significa che bisogna curare soltanto l’ottimizzazione per i motori di ricerca, ma senza la SEO anche un sito ben fatto con un progetto di qualità alle spalle, con un alto potenziale, non raggiungerebbe mai i risultati sperati.
Ovviamente è più semplice fare tutto per bene fin dall’inizio, partendo dalla progettazione dell’e-commerce e dallo studio del mercato, ma è possibile intervenire anche su un sito che presenta degli errori evidenti. Si tratta soltanto di un lavoro più complicato, lungo e costoso.
Per evitare tutto ciò oggi voglio parlarti di 5 errori SEO che non devi assolutamente fare nel tuo e-commerce, altrimenti potresti avere delle serie difficoltà a far partire il tuo business online. Si tratta di lacune piuttosto comuni che riscontro spesso nei progetti che mi trovo ad analizzare.
Naturalmente esistono molti altri errori che si possono commettere in un e-commerce, ma questi sono quelli più dannosi, che possono pregiudicare completamente un sito e limitarne le prestazioni.
#1 La descrizione e le immagini delle schede prodotto
Uno dei problemi più comuni nei siti di e-commerce riguarda la scheda dei prodotti.
Si tratta di una componente fondamentale per la piattaforma di vendita, che può incidere notevolmente su tutto il sito. Gli errori più frequenti che vedo in queste pagine sono:
- Descrizione povera e non originale
- Immagini non ottimizzate e di scarsa qualità
Intervenire sulle schede prodotto non è difficile, ma si tratta di un lavoro lungo, laborioso e a volte noioso, specialmente negli e-commerce dove sono presenti migliaia di prodotti. Capisco perfettamente che correggere tutte queste pagine richiede molto tempo, ma per aumentare le prestazioni del sito, le visite e per migliorarne il posizionamento e il fatturato è essenziale curare le schede prodotto fin nei minimi dettagli.
Per farti un’idea puoi dare un’occhiata ad alcuni siti perfettamente ottimizzati lato SEO, come ad esempio Amazon e Zalando. Quest’ultimo in particolare ha fatto dell’ottimizzazione per i motori di ricerca il suo punto di forza, sfruttando le armi a disposizione per posizionare migliaia di pagine prodotto nelle prime posizioni delle SERP di Google.
Puoi capire facilmente che tutto ciò assicura diversi benefici al sito, tra cui una quantità elevata di visite organiche, un CTR molto alto, utenti perfettamente in target e un aumento complessivo della link juice.
Una scheda prodotto con una link juice elevata ti permette di sfruttare la pagina anche per la link building interna, estremamente importante per spingere le pagine del sito che competono sulle short tail più competitive. Ma andiamo con ordine.
Descrizione delle schede prodotto povera e non originale
In molti siti di e-commerce la descrizione del prodotto viene inserita copiando quella fornita dalle aziende produttrici. Un errore gravissimo.
Oltre a creare dei contenuti duplicati rischi di offrire ai tuoi utenti delle descrizioni anonime e di scarsa qualità. Inoltre difficilmente potresti riuscire a posizionare queste pagine nelle SERP dei motori di ricerca, perché non offrono alcun valore, ma vediamo come puoi risolvere questo problema.
Quando inserisci un nuovo prodotto nell’e-commerce devi valorizzare la pagina con una descrizione originale, ma allo stesso tempo devi tenere conto del target di utenti ai quali ti rivolgi e alla struttura del sito. Va bene prendere ispirazione e utilizzare i dati tecnici dei fornitori, ma non bisogna copiare le schede così come sono.
Devi utilizzare la scheda per rafforzare il valore della pagina, inserendo la descrizione sempre al di sotto del titolo, delle immagini e delle Call to Action. Si tratta di un elemento secondario ma fondamentale, perché permette agli utenti che vogliono maggiori informazioni di trovarle con facilità senza doverle cercare altrove.
Mettiti nei panni di un potenziale cliente che è interessato all’acquisto di un prodotto, ma prima di comprare vuole essere sicuro che sia proprio quello che fa al caso suo.
Se nella descrizione del prodotto inserisci le informazioni principali, per esempio riguardo le funzionalità, le compatibilità, le prestazioni, la possibilità di cambio, reso e le modalità di spedizione, puoi convincere più facilmente il tuo cliente potenziale, aumentando il tasso di conversione. Inoltre utilizzando un linguaggio adatto e accattivante potresti stimolare l’utente all’acquisto, mostrando intelligentemente tutti i punti di forza del tuo prodotto.
Immagini non ottimizzate e di scarsa qualità
Le immagini sono altrettanto importanti nelle schede prodotto di un e-commerce, perché come sappiamo le persone che navigano in rete sono già molto stimolate, sempre meno abituate a leggere i testi e spinte a seguire i contenuti visuali.
Devi usare la forza delle immagini per creare fiducia, valorizzare il prodotto e guidare l’utente verso la conversione. Un’immagine perfetta deve essere di alta qualità, originale e responsive.
Purtroppo la qualità incide direttamente sulle prestazioni del sito, quindi devi cercare di utilizzare possibilmente delle immagini di qualità ottimizzate per il web.
Devi ricordarti anche di inserire sempre il tag ALT nelle immagini, un’operazione semplice e veloce da effettuare con qualsiasi CMS come WordPress con WooCommerce, PrestaShop, Magento o Joomla. Puoi mettere nel tag la parola chiave del prodotto, magari variandola leggermente rispetto a quella usata per il tag title.
Google ha più volte ammesso come la ricerca per immagini sia in costante crescita negli ultimi anni, quindi devi curare questo aspetto con estrema attenzione.
Inoltre pensa sempre agli utenti, alla cosiddetta User Experience.
Le immagini servono per attirare l’attenzione, per offrire una navigazione facile e veloce grazie ai link interni posizionati nelle immagini, ma anche per massimizzare le vendite. Non è un caso se oggi tutti i CMS per e-commerce più utilizzati offrono moduli e plugin per inserire effetti speciali, come ad esempio lo zoom al passaggio del puntatore del mouse.
Cerca di reperire sempre immagini originali e di posizionarle nel posto giusto. Sfrutta le foto anche per le landing page, per le pagine di categoria e per le promozioni dei prodotti sui social network.
Offri angolazioni differenti per consentire ai tuoi utenti di analizzare a fondo il prodotto.
#2 Assenza di una link building interna
Tra gli errori più comuni negli e-commerce ho notato l’assenza o l’incompletezza dei link interni, una mancanza rilevante lato SEO, specialmente se vuoi aumentare la link juice del sito e ottimizzare gli investimenti necessari per le campagne di link building.
Con un testo scritto bene, perfettamente ottimizzato per i motori di ricerca, puoi utilizzare le parole chiave per due scopi, guidare l’utente all’interno del sito e aumentare la link juice delle categorie e delle pagine che competono sulle keyword con maggiore concorrenza.
Nel primo caso i link nelle parole chiave secondarie possono aiutare l’utente a trovare facilmente un prodotto correlato.
Per esempio se una persona si trovasse nella scheda prodotto di uno smartphone Samsung S9, potrebbe pensare che il prezzo sia troppo alto e ripiegare su un modello più economico, come il Samsung S8. Oppure cambiare idea e cercare uno smartphone LG o Huawei.
Se trovasse quindi subito il link interno potrebbe rimanere comunque all’interno del tuo e-commerce, quindi non correresti il pericolo di perdere un potenziale cliente.
Oltre a ciò puoi sfruttare il posizionamento delle pagine prodotto, che di solito competono su keyword di tipo long tail a bassa concorrenza, per passare link juice verso le pagine e le categorie che competono invece su keyword di tipo short tail, più difficili da far salire naturalmente.
In questo modo puoi diminuire la quantità di link esterni necessari per far salire nelle SERP queste pagine, ottimizzando allo stesso tempo la gerarchia e la struttura dell’intero e-commerce.
Una corretta strategia di link building interna aiuta anche gli spider di Google a scansionare correttamente il sito.
In parole povere possiamo dalle delle indicazioni su come dovrebbe apparire la struttura del sito, quindi quali pagine sono più importanti, come sono legate tra loro e qual è la profondità di ogni sezione del portale. I crawler dei motori di ricerca possono fare tutto da soli, ma aiutarli permette di valorizzare il sito in base alle esigenze del progetto.
Tieni presente che i link sono la base stessa del web, o meglio del modo in cui i motori di ricerca riescono a valutare i siti e a creare le varie gerarchie. Nonostante non esista una linea ufficiale, è comprovato che senza i link sarebbe impossibile per Google realizzare le SERP.
Questo sistema funziona un po’ come il passaparola. Quante più persone parlano di noi e ci consigliano ad altre persone, quanto più saremo agli occhi di tutti degli esperti di quel settore.
I link esterni però sono difficili da ottenere, bisogna creare contenuti di altissima qualità, investire, aspettare molto tempo e diventare dei punti di riferimento solidi nella nicchia di riferimento.
Per questo i link interni sono così importanti, perché permettono di aumentare la spinta delle pagine senza ricorrere ad aiuti esterni, semplicemente valorizzando le pagine ben posizionate per spingere quelle che operano in settori più competitivi.
#3 Mancanza delle recensioni dei clienti
Uno degli errori peggiori per un e-commerce è la mancanza delle recensioni dei clienti.
Se una volta era possibile anche farne a meno, puntando su altre strategie per aumentare le conversioni, oggi è indispensabile utilizzare le recensioni negli e-commerce. Gli utenti non si fidano se non leggono anche il parere di un’altra persona, perché un voto positivo li rassicura, uno negativo li mette in guardia, mentre l’assenza di giudizi li fa letteralmente scappare.
Basta pensare che il business di grandi portali come Amazon e TripAdvisor è basato soprattutto sul sistema delle recensioni.
Alle persone piace sentirsi parte di una community perché si sentono protette, sanno che qualsiasi frode, truffa o inganno sarà reso noto, mentre chi lavora con serietà e professionalità sarà premiato. Se qualcuno ci raccomanda un prodotto siamo portati a crearci delle opinioni positive a riguardo.
Come spiego esaurientemente nel mio ultimo libro “Strategie SEO per l’e-commerce“, in alcune piattaforme le recensioni sono presenti ma non vengono comunque usate correttamente. Benché ci siano effettivamente i giudizi dei clienti questi vengono nascosti, sono difficili da vedere e da leggere, oppure sono fatti male, sembrano pilotati ed esageratamente propensi a rilasciare opinioni positive nei confronti del sito web.
Come usare le recensioni all’interno del tuo e-commerce
L’ottimizzazione di un e-commerce fa leva anche sulle recensioni, aumentando la credibilità del sito agli occhi degli utenti. Di conseguenza avranno valore anche per i motori di ricerca, che premieranno il portale migliorandone il posizionamento. È importante inserire sempre le recensioni nelle schede prodotto, nelle pagine di categoria e se possibile anche nei microdati.
Ovviamente vanno usate con criterio. Innanzitutto nelle schede prodotto è fondamentale offrire un riassunto dei giudizi dei clienti, posizionandolo possibilmente in alto, vicino alle immagini del prodotto da vendere e alle informazioni relative al prezzo.
In questo modo l’utente potrà farsi un’idea velocemente di cosa pensano le altre persone. Per chi volesse saperne di più deve essere possibile leggere le recensioni complete, magari inserendole in fondo alla pagina subito dopo la descrizione.
Bisognerebbe aggiungere i giudizi brevi, le classiche stelline della valutazione, anche nelle pagine di categoria e nelle sottocategorie, lateralmente oppure sotto l’immagine insieme al nome del prodotto, al prezzo ed allo sconto. Basta guardare velocemente su Amazon per vedere come vengano utilizzate strategicamente le recensioni in ogni pagina, per rendersi conto del loro reale valore.
Cosa fare quando non si hanno recensioni
Spesso sento dire dai miei clienti che non hanno abbastanza recensioni su tutti i prodotti, quindi non possono mostrare i giudizi. Oppure che molte recensoni sono state eliminate perché erano negative, quindi potenzialmente dannose per le vendite e il giudizio degli utenti. In realtà non è proprio così, perché togliere le recensioni non è mai la scelta giusta da prendere.
Ma è del tutto normale, soprattutto per un nuovo e-commerce o per un portale che ancora non fa molto traffico.
In questo caso bisogna cercare d’invogliare gli utenti a lasciare un feedback, per esempio con campagne mirate di email marketing, con adv e funnel su Facebook, offrendo sconti o promozioni a chi lascia una recensione. È importante trovare un modo per aumentare la quantità delle recensioni del proprio e-commerce.
Oltre a ciò devi assicurarti che sia facile e veloce lasciare una recensione, quindi ti consiglio di progettare un sistema adatto allo scopo. Per esempio potresti creare un modello precompilato, dove l’utente scelga soltanto i giudizi e lasci il suo commento finale.
In più potresti ideare una thank you page per ringraziare i clienti ogni qual volta lascino un commento, magari offrendo loro anche un 5% di sconto o la consegna gratuita sull’acquisto successivo.
Ricordati che le piccole accortezze come questa possono migliorare enormemente il gradimento del tuo e-commerce, aumentandone le visite e le conversioni. Naturalmente bisogna accettare anche le recensioni negative, fa parte del gioco.
Non si possono accontentare tutti. Ma la loro presenza, seppur sgradita, migliora la credibilità della sito, quindi ciò che potresti perdere da un lato per un parere negativo lo potresti riacquistare dall’altro, proprio grazie alla credibilità.
#4 Prestazioni scarse nel caricamento del sito
Oltre ad ottimizzare la struttura del sito, curare la keyword research, le schede prodotto, le immagini e la disposizione dei link, devi iniziare a pensare alle prestazioni della tuo sito. Secondo le linee guida di Google tra i fattori di ranking più importanti per il 2018 ci sono:
- Profilo link
- Velocità di caricamento
- Ottimizzazione per i dispositivi mobili
In particolare il page speed, la velocità con la quale le pagine del sito si caricano, sarà probabilmente uno degli aspetti più rilevanti a partire da luglio di quest’anno, quando Google introdurrà il tanto temuto aggiornamento del suo algoritmo.
In realtà sono già diversi anni che da Google arrivano avvertimenti in questo senso, ma quanti webmaster hanno già provveduto ad effettuare le modifiche necessarie lavorando sulle prestazioni dei loro siti?
In verità pochi. Sembra banale ma non lo è. Ricevere una penalizzazione perché il tuo e-commerce è lento è estremamente compromettente, potenzialmente distruttivo se pensi al calo di traffico, di conversioni e quindi anche di fatturato. Tirare su un e-commerce penalizzato è complicato, perciò è fondamentale intervenire quando ancora c’è tempo per farlo.
Inoltre bisogna valutare un altro aspetto. Secondo le ultime statistiche di settore, quando il caricamento di un sito supera i 4 secondi il tasso di abbandono schizza oltre il 30%, mentre con un tempo di più di 8 secondi al 50-60%. Una perdita enorme per un portale di vendita.
Come analizzare le prestazioni del tuo e-commerce
Prima di tutto quando mi occupo di e-commerce lenti e pesanti li analizzo con alcuni software molto utili, come GTMetrix, Pingdom Tools e Google Page Speed. Quest’ultimo è in grado di fornire soltanto un valore generico sul caricamento della pagina, quindi i dati vanno presi con cautela, giusto come un riferimento dal quale partire per l’analisi.
GTMetrix è invece un tool molto utilizzato dai webmaster e decisamente più preciso, perché incrocia i dati forniti da diversi strumenti, tra cui lo stesso Google Page Speed. In questo modo riesce ad offrire una valutazione migliore e più affidabile. Inoltre è possibile effettuare la scansione da diverse aeree geografiche e scaricare i risultati direttamente in un file PDF.
Infine Pingdom Tools è indicato anche per analizzare le prestazioni del servizio hosting, misurando i tempi di risposta del sito al momento della chiamata. Questo tool integra i dati di altri programmi perciò è abbastanza attendibile, ma per ottenere un servizio di alta qualità è necessario attivare un profilo a pagamento.
Cosa rallenta un sito web?
Tutti questi software ci aiutano a capire quali sono i problemi e dove intervenire. Solitamente i rallentamenti avvengono a causa di alcuni elementi tra cui:
- Dimensioni delle immagini
- Servizi di hosting
- Script di CSS, JavaScript e HTML
- Rendering delle pagine
- Assenza della cache del browser
Le immagini sono sicuramente il primo fattore di rallentamento dei siti web, perché le loro dimensioni non sono spesso ottimizzate e compresse. Lo stesso vale per alcuni script di CSS, HTML e JavaScript, che in alcuni casi possono bloccare il caricamento e richiedere un tempo extra per l’esecuzione completa della pagina.
Anche i reindirizzamenti possono provocare un rallentamento del sito, soprattutto quando prevedono numerose chiamate esterne, così come l’assenza di una cache, una copia del sito pronta per essere mostrata, che richiede un tempo di gran lunga inferiore rispetto alle nuove chiamate.
Come migliorare le prestazioni del tuo e-commerce
Migliorare le prestazioni del tuo e-commerce è un lavoro complesso e lungo, che richiede conoscenze tecniche elevate e l’uso di programmi e moduli specifici per questi compiti. Ovviamente il mio consiglio è quello di rivolgerti a un professionista qualificato, perché un errore nel codice potrebbe compromettere l’integrità stessa del sito, danneggiando seriamente il funzionamento del sito.
Comunque è possibile prendere alcuni accorgimenti, tra cui ridurre le dimensioni delle immagini e comprimere dove possibile gli script del codice. Un e-commerce utilizza una gran quantità di immagini, per questo quasi sempre è il primo punto di partenza.
Per ridurre le dimensioni delle immagini senza rinunciare alla qualità è possibile usare alcuni tool online, disponibili sia gratuitamente che nelle versioni professionali a pagamento. Alcuni programmi utili sono JpegMini, un software a pagamento estremamente efficace, oppure Compressor, un tool gratuito dove è necessario caricare le immagini una alla volta.
Avendo un minimo di conoscenze tecniche personalmente consiglio di utilizzare Adobe Phoshop o Illustrator, perché consentono di trasformare le immagini Jpeg e Bitman in immagini vettoriali. Quest’ultime sono ideali per gli e-commerce, perché riducendone le dimensioni non perdono la loro qualità iniziale.
Un altro intervento utile è minimizzare il codice, soprattutto gli script più pesanti di CSS e Javascript. Per farlo bisogna intervenire direttamente sul codice sorgente, eliminando tutto il superfluo. Inoltre è importante comprimere gli script all’interno di un numero inferiore di file CSS. Queste modifiche sono complicate, ma permettono di ottenere un caricamento delle pagine nettamente più rapido.
#5 Utilizzo delle keyword errate
Tra i 5 errori per e-commerce che non devi assolutamente fare c’è una keyword research errata.
La ricerca delle parole chiave è uno dei fattori più importanti per il successo di un e-commerce. Qualsiasi progetto dovrebbe partire dallo studio delle keyword, dalle quali si possono ottenere informazioni fondamentali per pianificare la struttura del sito, creare i contenuti e impostare le campagne di link building.
Allo stesso tempo la ricerca delle parole chiave è un’attività complessa, lunga e difficile, dove oltre a saper utilizzare programmi specifici come SeoZoom e SemRush, soltanto per citarne alcuni, bisogna capire il funzionamento degli algoritmi dei motori di ricerca e imparare a suddividere le keyword in base al search intent, ovvero all’intento di ricerca.
Le politiche di Google alla base delle SERP
Il motore di ricerca di Google viene quasi sempre preso come riferimento per ogni operazione da effettuare sul proprio sito di e-commerce.
Ovviamente esistono altri motori di ricerca, ma Google oltre ad essere uno dei più utilizzati al mondo ha anche un funzionamento simile a quello degli altri programmi esistenti. Questo non significa che ciò che va bene per Google vada bene integralmente anche per Yahoo! e Bing, ma la strada da seguire è simile.
Google ha più volte ammesso come l’obiettivo principale oggi sia quello di offrire risorse di qualità agli utenti. Quello che conta di più in questo momento è la user experience, l’esperienza degli utenti all’interno dei siti web, aspetto che consente di essere presenti nelle pagine di ricerca, ovvero nelle SERP, le prime pagine dei risultati di ricerca.
La composizione strutturale di queste pagine è stata più volte cambiata da Google, che se fino a qualche tempo fa prediligeva i risultati organici, oggi invece dà grande spazio agli annunci pubblicitari a pagamento. Google è un’azienda che deve fare profitti, quindi cerca contemporaneamente di fare utili e di offrire un servizio di alta qualità agli utenti.
I webmaster, i proprietari dei siti web e degli e-commerce devono capire le logiche dei motori di ricerca, per cercare di utilizzare le strategie migliori e quelle più adatte a raggiungere i propri scopi, aumentare le visite e vendere online. È un dato di fatto che oggi le SERP siano spesso dominate dagli annunci a pagamento di Google Adwords, quindi si tratta di una strada che deve essere presa in considerazione.
Keyword organiche o a pagamento: come muoversi
Naturalmente non è possibile, o meglio non è saggio ed economicamente vantaggioso, iniziare a fare campagne Adwords sulle parole chiave relative al proprio business online, almeno non senza un’attenta pianificazione e uno studio approfondito dei costi e dei benefici. Bisogna considerare che gli annunci a pagamento sono un ottimo modo per aumentare il traffico, ma quando vengono meno non offrono più alcun tipo di supporto e le visite al sito iniziano a crollare repentinamente.
È necessaria una stima accurata dei costi per capire se per il proprio e-commerce sia conveniente o meno utilizzare questo strumento. Innanzitutto è indispensabile pianificare il budget a disposizione, la somma che è possibile destinare a questo tipo di operazioni di marketing. Fatto ciò bisogna iniziare ad analizzare ogni singola keyword, per valutare il costo necessario ad attivare le campagne.
Il tasso di conversione
In questo caso i valori che devono essere presi in considerazione sono il tasso di conversione e il costo per click.
In pratica si tratta del rapporto tra quanto si investe e quanto si guadagna con una determinata campagna pubblicitaria. Per esempio il tasso di conversione ci mostra quanti utenti dobbiamo raggiungere per finalizzare un certo numero di vendite, oppure il costo relativo al numero di utenti che visitano il sito in base a quanti effettivamente comprano qualcosa.
Il tasso di conversione può prendere in esame una singola pagina di destinazione, una landing page, l’intero sito web, una pagina prodotto, un’operazione di retargeting e così via. L’importante è avere dei riferimenti specifici.
Per controllare il tasso di conversione, realizzando una prima analisi, è possibile utilizzare il proprio account di Google Analytics.
Nella barra degli strumenti posta sul lato sinistro della piattaforma basta andare nella sezione Pubblico > Comportamento > Nuovi vs di Ritorno.
Nel grafico e nei dati forniti da Google è possibile notare due importanti valori, il tasso di conversione e il completamento degli obiettivi. Chiaramente è necessario impostare degli obiettivi prima di verificare le prestazioni, ma in questo modo si può avere una stima del tasso di conversione per una specifica campagna o pagina del sito.
Per calcolare velocemente il tasso di conversione si può usare una formula molto semplice, basta moltiplicare il numero dei click necessari per ottenere una conversione per il costo unitario di un click, ottenendo il costo reale per conversione. Se questo valore è inferiore al costo massimo di acquisizione previsto, allora è consigliabile avviare una campagna a pagamento su Google Adwords, altrimenti è meglio eseguire uno studio più approfondito e una rivalutazione delle parole chiave.
Come migliorare il tasso di conversione
Per migliorare il tasso di conversione delle parole chiave è possibile adottare alcune strategie, seguendo delle indicazioni importanti che possono aumentare il ritorno dell’investimento sulle campagne PPC.
Per esempio la pagina di destinazione deve essere perfetta, una landing page realizzata con lo scopo di ottenere il migliore tasso di conversione.
Se questo aspetto è poco rilevante con il traffico organico, perché gratuito, con le campagne a pagamento è fondamentale che le pagine di atterraggio vengano costruite ad arte, altrimenti si rischia di vanificare il lavoro svolto e buttare i soldi spesi su Google Adwords. La pagina deve caricarsi velocemente, entro i 2 secondi dalla chiamata, inoltre deve essere perfettamente ottimizzata per i dispositivi mobili, che ormai rappresentano il 70% del traffico web.
In più bisogna curare dettagliatamente tutti gli aspetti grafici e i contenuti della pagina, dal colore del bottone alle Call to Action, dalla posizione del testo alla qualità delle immagini.
L’impaginazione è fondamentale. Tutto il layout della pagina deve servire allo scopo, guidare l’utente verso l’azione da compiere, che fosse l’acquisto di un prodotto, l’iscrizione a un servizio, la fidelizzazione, l’abbonamento o qualsiasi altra cosa.
Quando si modificano le landing page per le campagne a pagamento è importantissimo controllare ogni cambiamento verificando il tasso di conversione e il costo per click. Se le azioni intraprese offrono dei miglioramenti allora significa che la strada seguita è quella giusta, altrimenti bisogna ricominciare tutto d’accapo.
Oltre a ciò è importante scegliere le parole chiave giuste, quelle che offrono il miglior rapporto di ritorno sull’investimento. Vediamo come fare.
L’analisi delle parole chiave: keyword research
Le keyword non sono tutte uguali, soprattutto quando si investe in campagne pubblicitarie a pagamento.
Spesso un errore molto comune negli e-commerce è proprio la scelta delle parole chiave sponsorizzate. Uno sbaglio in questa fase potrebbe vanificare qualsiasi sforzo fatto in precedenza, oppure costringere a spendere un importo maggiore rispetto a quello pianificato. Impariamo quindi ad analizzare correttamente le parole chiave.
Gli intenti di ricerca delle keyword
Cerchiamo di capire meglio come funziona la keyword research. Innanzitutto possiamo distinguere le parole chiave in base agli intenti di ricerca degli utenti in tre categorie principali:
- Keyword informazionali
- Keyword transazionali
- Keyword navigazionali
Le keyword informazionali sono quelle legate a scopi puramente di ricerca, ovvero utilizzate dagli utenti per trovare delle informazioni. Si possono riconoscere facilmente perché iniziano spesso con “come…“, “perché…“, “quando…” o “quale…“.
Le parole chiave navigazionali sono invece usate per cercare un brand o un prodotto conosciuto, per esempio quando si digitano parole come “nome brand“, “nome brand + nome prodotto” e così via. Queste keyword rappresentano uno stadio avanzato nella ricerca, dove l’utente sa già cosa vuole e dove trovarlo.
Invece le keyword transazionali sono quelle più importanti per un e-commerce. Queste parole chiave sono utilizzate dagli utenti quando hanno intenzione di comprare qualcosa, ovvero nel momento in cui hanno bisogno di un servizio o di un prodotto e lo cercano nel web.
Solitamente si trovano nella forma “i migliori + nome prodotto“, “nome prodotto + marca“, “nome prodotto + modello“, “nome prodotto + prezzo“.
Oltre a ciò possiamo dividere le parole chiave in due sottocategorie:
- Short tail
- Long tail
Le Short Tail sono le keyword che hanno elevati volumi di ricerche mensili, quindi un alto tasso di concorrenza, composte solitamente da una o due parole, mentre le Long Tail presentano una concorrenza bassa e un numero di ricerche inferiore, formate da quattro o più parole.
Vediamo come puoi utilizzare correttamente le parole chiave all’interno delle strategie SEO del tuo e-commerce.
Come scegliere le parole chiave con il miglior tasso di conversione
Per trovare le keyword giuste è fondamentale studiare a fondo le SERP, analizzando i risultati offerti da Google come gli annunci a pagamento. Spesso le aziende investono sulle parole chiave di tipo long tail, ovvero a coda lunga, che come abbiamo visto sono composte da tre o più parole.
Ma perché vengono preferite le keyword di tipo long tail?
Queste parole chiave offrono il più volte degli ottimi tassi di conversione, poiché rappresentano un tipo di ricerca molto preciso. In questi casi l’utente sa esattamente cosa vuole, quindi è molto probabile che offrendogli un risultato pertinente e di qualità sarà portato a finalizzare la conversione. Inoltre spesso il costo per click è inferiore rispetto a quello delle keyword di tipo short tail, dove gli utenti possono avere degli intenti completamente diversi uno dall’altro.
Per esempio cercando “smartphone Samsung” un utente potrebbe volere informazioni su un aspetto specifico di questi modelli di cellulari, oppure desiderare comprarne uno, o ancora voler vendere il suo smartphone Samsung.
Invece con una parola chiave del tipo “smartphone Samsung S8 usato prezzi“, sicuramente l’utente sa precisamente cosa vuole e quindi possiamo saperlo anche noi. In questo caso molto probabilmente vuole acquistare uno smartphone Samsung S8 e ha bisogno di conoscerne i prezzi.
Perciò una landing page con i prezzi dei vari modelli del Samsung S8, con comparazioni tra quelli in vendita nei vari siti potrebbe essere una pagina d’atterraggio vincente per un e-commerce che lavora nel settore, da abbinare ad una campagna PPC su Google Adwords per questa parola chiave e altre ad essa correlate.
Con qualsiasi e-commerce si lavori è importante scegliere le parole chiave giuste, dividendo quelle da utilizzare per le proprie campagne pubblicitarie a pagamento e quelle invece da destinare alla SEO, quindi alla ricerca organica.
Una keyword research ottimale può fare la differenza tra il successo del proprio business e il fallimento delle strategie di ottimizzazione.
Siamo arrivati alla fine di questo lungo articolo. Questi sono 5 errori che bisogna evitare assolutamente nel proprio e-commerce, ma la strada verso l’ottimizzazione del tuo sito e-commerce è solo cominciata.
Lucia Isone
—
Noi di Webipedia ringraziamo Lucia per aver condiviso questi aspetti importanti, ricordando a tutti gli utenti che per approfondire questo argomento hanno a disposizione il libro di Lucia “Strategie SEO per l’e-commerce“.
Se vuoi contattare Lucia personalmente questi sono i suoi canali Social:
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Ricordati che per qualsiasi domanda non devi fare altro che lasciarci un commento qui sotto!
Ottimo! Articolo molto interessante complimenti!
Ciao Michele,
grazie mille per il complimento!
Grazie Lorenzo per la risposta, vorrei gentilmente chiederti un’altra cosa: nel sito che gestisco da poco vedo che sono presenti degli articoli in wp e prodotti che hanno lo stesso testo descrittivo (che sarebbe la scheda prodotto) . Secondo te mi converrebbe cancellare gli articoli in quanto duplicati oppure creo un pulsante (sempre nell’articolo) che rimanda al prodotto? Grazie
Ciao Domenico,
evere gli stessi testi in pagine diverse del sito è avere contenuti duplicati.
Ragioniamo. Tu sei Google e il tuo compito è decidere quali sono le pagine con i contenti migliori da proporre agli utenti.
Ora arrivo io e ti consegno due pagine uguali, stessi contenuti.
Arriva Gianluca e ti chiede “Domenico quale delle due pagine che ti ha dato Lorenzo hai i contenuti migliori?”.
Tu allora torni da me e con una bella X, giustamente, mi penalizzi.
Buona giornata
grazie 1000 per l’articolo, davvero utile . Volevo chiedere se mi consigliate di inserire nel permalink e nel titolo del prodotto (uso woocommerce) la parola prezzo. Lo dico perchè ogni volta che cerco su google un prodotto specifico trovo come risposta il codice e prezzo. Grazie
Ciao Domenico,
dipende dal prodotto associato.
Una regola fissa non esiste. Pertanto devi fare delle ricerche sulla keyword + “prezzo”, considerare competition e ricerche, per poi tirare le somme.
Tieni anche in considerazione la tipologia di utenza associata alla ricerca.
Chi cerca con la parola “prezzo” è un target propenso all’acquisto, ma anche un utente alla ricerca di comparazione prodotti.
Considera anche di unire all’analisi parole come “miglior prezzo” o simile.
Buona giornata